Appello ai consiglieri regionali delle Marche
Prossimamente il Consiglio Regionale delle Marche si troverà a discutere una mozione del Consigliere Talè che chiede che la Regione si opponga, senza se e senza ma, alla proposta di Parco Nazionale del Catria Nerone e Alpe della Luna. Il Consiglio Direttivo del Comitato, congiuntamente a tante associazioni marchigiani, ha predisposto il seguente documento inviato a tutti gli interessati.
Questo Comitato, con l’appoggio delle associazioni ambientaliste che sottoscrivono il presente documento, desidera portare all’attenzione delle S.V. l’importanza di un confronto serio e approfondito, privo di pregiudizi e di quelle informazioni false che stanno condizionando anche la tendenza di una parte dell’opinione pubblica.
Di un Parco Nazionale nel nord delle Marche, condiviso con l’alta Umbria e il gruppo montuoso toscano dell’Alpe della Luna, si parla da alcuni decenni. Da quando questo Comitato si è rifondato diventando un’associazione di promozione sociale, molti passi sono stati fatti nella direzione di un mite e ampio confronto. La prima iniziativa compiuta tra l’autunno del 2017 e la primavera del 2018 è stato l’incontro con tutte le amministrazioni comunali coinvolte nel progetto.
Raccogliendo interesse e curiosità, con un proficuo scambio di idee e di informazioni sono stati incontrati sindaci, giunte e delegazioni di Consiglio Comunale dei Comuni di Badia Tedalda (Ar), Sansepolcro (Ar), San Giustino (Pg), Mercatello sul Metauro (PU), Urbania (PU), Apecchio (PU), Piobbico (PU), Città di Castello (Pg), Montone (Pg), Pietralunga (Pg), Gubbio (Pg), Cantiano (PU), Cagli (PU), Frontone (PU), Serra Sant’Abbondio (PU), Scheggia-Pascelupo (Pg) e Sassoferrato (An), oltre che il Commissario della Comunità Montana dell’Alta Umbria e la giunta della Comunità Montana
dell’Alto Tevere Toscano.
Il fatto che in passato due parlamentari avessero voluto dare il loro contributo al progetto depositando (ma mai presentando) due proposte di legge sull’istituzione del Parco Nazionale, non ha minimamente condizionato la discussione trattandosi di iniziative sganciate dalle strategie scelte per l’attuale campagna di sensibilizzazione. Proposte di legge che tra l’altro sono da tempo decadute.
Compiuto un primo giro di incontri con i rappresentanti delle istituzioni locali, il Comitato prevede nei prossimi mesi di avviare incontri con tutti i soggetti rappresentativi della vita economica e sociale del territorio. Nella popolazione locale non c’è, ad di la di quanto si voglia far credere, una opposizione al progetto; c’è invece, più in generale, voglia di saperne di più e poi, eventualmente, esprimere un giudizio.
Il Consiglio Direttivo del Comitato, composto in larga parte da persone residenti o originari del territorio, conosce bene l’importanza degli usi e costumi locali ecologicamente sostenibili; usi e costumi che la legge quadro sui Parchi (394/91) garantisce, e che nessuno vuole mettere in discussione.
Ogni valutazione sulla presa di coscienza delle popolazioni locali non può non considerare che gli incontri con i soggetti privati non siano ancora iniziati e che nel frattempo i contrari alla proposta, incapaci di portare vere argomentazioni, hanno basato la loro critica su esempi impropri e sulla diffusione di notizie del tutto infondate. La presenza di altri vincoli in quei territori deve dare ulteriore impulso all’istituzione di un Parco Nazionale: vincoli come quelli della Direttiva Habitat, dei vincoli idrogeologici o paesaggistici, per quanto necessari non restituiscono quasi nulla in cambio e inoltre complicano la burocrazia, mentre un Parco Nazionale, con un Piano di Gestione condiviso da
tutti gli attori sociali, determina un unico Regolamento in cambio di un brand senza eguali in termini turistici e disponibilità di fondi statali ed europei oggi impensabili per quei territori. L’area vocata a divenire Parco Nazionale ha un’estensione di circa 40 mila ettari (metà di quella dei Monti Sibilini): inoltre quasi il 50% è di proprietà pubblica (Demanio Forestale) e quasi un altro 10% è territorio di Comunanze e Università Agrarie. Quella del Parco Nazionale è l’unica prospettiva concreta di rilancio delle aree interne del nord della regione: dimostrazione è che chi la rifiuta non è assolutamente in grado di proporre altro. Al contrario, chi sottolinea l’esigenza di avere servizi anzichè un’area protetta non si rende minimamente conto che i servizi mancano e mancheranno sempre di più se la popolazione diminuisce e l’unica speranza di interrompere l’emorragia di abitanti è appunto, in aree a vocazione
ambientale, soltanto l’istituzione di un Parco Nazionale. Il Comitato chiede di mettersi ad un tavolo e discutere il perchè e il come; discutere invece sulla necessità o meno di una scelta del genere fa solo perdere altro tempo prezioso.
Documento sottoscritto da
WWF Marche, ITALIA NOSTRA Marche, FAI Marche, LEGAMBIENTE Marche, LAC Marche, LA LUPUS IN FABULA, Federazione PRO NATURA Marche, FORUM PAESAGGIO Marche, LIPU Marche, Gruppo di Intervento Giuridico, TERRA MATER, LEGAMBIENTE circolo di Urbino.